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Il Ghetto Ebraico
(di Alessandra Griguolo)

E' quella zona che si estenda tra piazza Duomo e Via Roma; presenta vie strette con edifici caratteristici che hanno mantenuto l’aspetto originario.

La presenza degli ebrei a Padova ebbe inizio nel Trecento, ma aumentò notevolmente alla fine del Quattrocento, quando gli ebrei che rifiutavano di convertirsi furono cacciati dalla Spagna e dal Portogallo, ed anche in seguito.

Padova, dominata dalla Serenissima, era una città aperta agli stranieri: la stessa Università era l’unica in Europa ad accettare studenti ebrei.

Gli ebrei non erano ammessi alle corporazioni di Arti e Mestieri: potevano però esercitare l’usura e per le leggi veneziane anche l’arte della “strazzaria”, cioè il piccolo commercio dell’usato.

Nel Cinquecento, la comunità era numerosa: lo dimostra l'esistenza in città di tre sinagoghe, dove si officiava rispettivamente in italiano, tedesco e spagnolo.

Nasceva quindi come era avvenuto a Venezia il problema di gestire permessi e divieti di soggiorno. Fra il 1601 ed il 1603 si decide che gli ebrei debbano risiedere in un’unica zona.

Dopo quasi un secolo dall’apertura del ghetto di Venezia (1516), sorge quello di Padova: rimarrà operante fino al 1797, quando sarà abolito dai decreti napoleonici. La comunità ebraica fu concentrata tra le vie dei Fabbri, Urbana, Sirena, dell'Arco fino al Volto degli Ebrei e Spirito Santo.

Il Ghetto, "Loco stabile et separato, deputato agli Ebrei; né alcun cristiano in quello possi star, overo tegnir botéga", come stabiliva un avviso del 1603, era chiuso di notte da quattro porte sorvegliate: le porte impedivano agli ebrei di uscire dal Ghetto dopo le due di notte.

Tracce dei cardini di queste porte sono ancora visibili vicino alla chiesa di S. Canziano e sulla parete di un edificio, all'incrocio di via San Martino e Solferino con via Roma. Il quartiere ha mantenuto quasi intatte le connotazioni originarie, conservando l'impianto romanico delle abitazioni “a campanile”, ossia molto sviluppate in altezza, e costruite spesso con materiale di recupero.

 L’ex Ghetto ebraico è oggi una delle zone più caratteristiche della città, con numerosi locali, particolarmente frequentati dai giovani. Sotto gli antichi portici si susseguono negozi di antiquariato e stoffe, librerie e botteghe.

All'incrocio con via delle Piazze è l'area centrale del quartiere e lungo questa via sorge l’ex Sinagoga Grande, che fu attiva dal 1682 al 1943, quando fu distrutta da un incendio. Restaurata nel 1998, è oggi prestigioso centro culturale, sede di eventi e mostre.

 

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